E. Rhode nel 1876 collegò la nascita del romanzo all’ambiente della Seconda Sofistica, movimento culturale che fiorì nel II d.C., rintracciando in questo genere letterario da un lato le atmosfere ed i tñpoi elegiaci, dall’altro la letteratura di viaggi. La tesi dello studioso tedesco, se da un lato venne confutata dal ritrovamento di alcuni frammenti papiracei del racconto sentimentale incentrato sulle figure storiche di Nino e Semiramide, databili al II-I sec. a.C., dall’altro fu affiancata via via da altre teorie, che miravano a mettere in collegamento il romanzo greco ora con l’Odissea (come sosteneva E. Schwartz, 1896), ora ad interpretare la maggior parte dei romanzi antichi come testi iniziatici, portatori di significati allegorici e collegati ai miti egizi di Iside ed Osiride (è questa la tesi di K. Kerényi, 1927). La critica odierna, lungi dall’aver trovato una soluzione alla questione dell’origine del romanzo, ha studiato anche gli influssi che vari altri generi possono aver avuto, spaziando «dalle declamazioni alla storiografia, dalla poesia erotica all’epistolografia, dalla poesia drammatica alla tradizione novellistica (la fabula Milesia)», senza dimenticare l’influsso dato dall’epos o meglio dalla dissoluzione del genere epico. È infatti «significativo che anche l’apparizione della novella e del romanzo nella cultura occidentale (la novella nel XIV sec. in Italia, il romanzo nel XIX sec. in Inghilterra, Francia, Germania) sia stata messa in relazione dagli studiosi di narrativa moderna con la dissoluzione del poema epico a causa dello sfaldamento della società e della cultura aristocratiche ed oligarchiche», come dice giustamente Fedeli. Ricapitolando, al materiale romanzesco che esisteva in epoca preletteraria, si sommano influenze derivanti dalla tragedia, specie euripidea, dalla commedia nuova, da Apollonio Rodio, dalla biografia idealizzata di Senofonte, la Ciropedia.
Degli autori dei cinque romanzi greci conservati per intero (arrivati tramite la selezione bizantina, che ha privilegiato le storie di amori puri e contrastati, tñpow da cui si discosta parzialmente solo il romanzo di Achille Tazio, che presenta alcuni accenti di sensualità), la cui datazione è stata modificata dalle scoperte papiracee avvenute agli inizi del secolo scorso, si conosce poco. Più facile è individuarne le tematiche e le strutture narrative, lo stile, il pubblico cui queste opere erano destinate.
Nei cinque romanzi la narrazione si sviluppa secondo uno schema rigido, che prevede l’innamoramento di due giovani, l’interruzione del loro amore a causa di ostacoli imprevisti che li portano a compiere viaggi avventurosi, maltrattamenti, unioni momentanee fino al lieto fine della vicenda. Lo sviluppo della storia si snoda quindi assieme ad una serie di motivi e situazioni: amore a prima vista, seduzione, riflessioni filosofiche, scene esotiche, naufragi, cattura dei protagonisti da parte di banditi, morte apparente di uno dei protagonisti. In particolare, va sottolineato come, sotto il profilo tematico, il romanzo di Longo Sofista si distacchi dagli altri per l’ambientazione pastorale e per una particolare attenzione ai sentimenti dei due protagonisti più che alle peripezie della vicenda. Invece, la sostanziale linearità dell’intreccio viene meno solamente nel romanzo di Eliodoro, che prevede l’inizio della vicenda in medias res e il suo progressivo disvelamento attraverso la tecnica del flash-back.
Il pubblico, a cui queste composizioni erano riservate, era quello della società post-classica, di individui che non si ritrovavano più nella struttura comunitaria della pñliw, ma vivevano nella dimensione cosmopolita prima delle monarchie ellenistiche, poi dell’Impero romano. Il romanzo, a questi individui, offriva intrattenimento, consolazione, evasione, mettendo al centro della vicenda i buoni sentimenti e personaggi assolutamente simili a quelli della vita comune e venendosi a costituire come letteratura di consumo destinata all’intrattenimento.
Portando la nostra attenzione sul romanzo a Roma, ci si deve innanzitutto chiedere quale incidenza abbia avuto tale produzione greca sui due grandi romanzi latini, il Satyricon di Petronio e le Metamorfosi di Apuleio.
Se in un primo tempo si riconducevano queste due opere al realismo e all’erotismo proprie della fabula Milesia (la novella emerse come prodotto letterario autonomo intorno al 100 a.C., quando Aristide di Mileto compose una raccolta di novelle erotiche intitolate Milhsiak), le scoperte papiracee che da un lato hanno consentito la ridatazione dei romanzi greci, dall’altro hanno supportato gli studi di R. Heinze, sottolineanti i rapporti del Satyricon con i romanzi greci, pur impiegando gli elementi tipici della satira menippea, gli influssi della quale però incidono in particolar modo sulla scelta del prosimetro e sul carattere licenzioso e dissacratorio di alcune novelle. Del resto anche nel Satyricon la trama riguarda una coppia di innamorati e presenta gli elementi convenzionali del viaggio, della tempesta, del naufragio e del salvataggio miracoloso, ma la coppia è costituita da un giovane e dal suo amasio e non c’è nella storia nessuno spazio per la castità. Il romanzo è inoltre percorso da due motivi che ricorrono e che garantiscono l’unità dell’opera: il motivo della morte ed il tema del labirinto.
Su questo sfondo di rapporti così complesso, vario e mutevole si collocano anche le Metamorfosi di Apuleio, in cui sono presenti sia l’eros proprio della fabula Milesia che gli intenti religiosi isiaci. La struttura della storia è organizzata in un racconto-cornice che ne accoglie altri di tipo novellistico, che si raccordano alla vicenda narrata nel racconto-cornice e scandiscono le tappe dell’evoluzione spirituale del protagonista.
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1 commento:
Un blog ricco di contenuti.
Forse, per facilitare la lettura, è meglio fare dei post piu' brevi, che introducono l'argomento, e poi allegare un documento con tutti il testo che volevi comunicare.
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